Libro della speranza, dell’ottimismo e dell’ironia balcanica, che si chiude con un simpatico sberleffo verso lo zelante e sprovveduto funzionario di regime il quale, tentando di fare la cosa giusta nel momento (e nel modo) meno opportuno, è costretto a lasciare la scena «contrariato per essere stato salvato da se stesso».
«Oltre il vetro smerigliato della porta si ravvisa un corridoio e dal fondo di quel budello avanza una sagoma femminile. Si muove con lentezza. Miroslav ha l’impressione che il suo incedere duri un tempo infinito. Man mano che si avvicina l’ombra della silhouette sul vetro si ingrandisce sempre di più, al contrario lui stringe la coperta tra le dita e si rimpicciolisce nel letto frattanto che aspetta che lei raggiunga la porta, metta la mano sulla maniglia e… Di solito è questo l’istante in cui la paura lo sveglia, invece stanotte va diversamente la porta che si apre lentamente produce un cigolio metallico, il panico lo paralizza, il cuore balza in gola, la donna con un colpo deciso spalanca la porta. Puoi uscire, dice con una voce sottile mentre scompare inghiottita dal buio…».
Il protagonista de La buona condotta, Miroslav, rischia di impazzire nel tentativo, forse sovrumano, di mantenere la sua coscienza al di sopra delle miserie umane… Per altro verso Ludmilla, «la ragazza che credeva nell’amore e per questo era stata considerata pazza», si salva proprio perché si finge pazza… Ergo, parafrasando Primo Levi, quanti ne salva e quanti ne sommerge la pazzia?
L’autrice, Elvira Mujcic, è nata nel 1980, in una piccola località della Serbia, ma si sposta quasi subito in Bosnia, a Srebrenica. Da lì fugge nel 1992 a causa della guerra, rifugiandosi prima in Croazia e poi in Italia, dove verrà accolta con quel che rimane della famiglia (del padre, rimasto in Bosnia, non verrà ritrovato neppure il corpo). Laureata in Lingue e letterature straniere, vive a Roma, dove si occupa di scrittura e traduzione.
Ha pubblicato: “Al di là del caos. Cosa rimane di Srebrenica”; “E se Fuad avesse avuto la dinamite”; “La lingua di Ana. Chi sei quando perdi radici e parole”; “Dieci prugne ai fascisti”; “Consigli per essere un bravo immigrato”.
L’ultimo libro La buona condotta, verrà presentato e commentato nel corso di un pubblico dibattito fra l’autrice ed il direttore responsabile di Graffiti, Tullio Clementi.