«Siamo agli inizi del secolo XX. Nell’austera casa canonica di Saviore un giovane prete, scrutando fra le solide e panciute inferiate dell’abitazione, osserva la linea dei monti posti ad oriente ed ancora indicanti, per un buon tratto, la demarcazione tra il territorio italiano e quello austriaco. Di tanto in tanto si china su vecchie carte topografiche e traccia segmenti e schizzi a lui solo comprensibili. È don Damiano Zani, prete poco più che trentenne, arrivato quassù nel 1894, designato dal Vescovo di Brescia a Vicario Foraneo di Saviore.
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Su quelle carte sparpagliare, don Zani tracciava linee precise colleganti fra loro i laghi naturali della Val Salarno, della Val Adamé e della Conca d’Arno.
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Il sogno grandioso di don Zani era destinato, di lì a poco tempo, non certo servendosi dei suoi artigianali abbozzi, a trovare pratica attuazione. Altri uomini, venuti da lontano, ricchi, muniti di precisi progetti, facevano in quegli stessi anni, ma meno disinteressatamente di don Zani, lo stesso sogno». (A. Belotti, il carbone bianco della Valsaviore)
L’autore, Andrea Belotti, è nato a Cevo (Valsaviore) nel 1938. Laureato in materie letterarie con una tesi su “La Valsaviore durante il periodo della Resistenza”, ha insegnato nella scuola superiore di primo grado come docente di Materie letterarie.
Ha pubblicato:
Valsaviore 1915-18: la guerra sull’uscio di casa;
Il carbone bianco della Valsaviore;
I barólcc de Séf (“I pastori di Cevo”);
La parrocchia di Cevo;
L’Eroe Camuno di Cima Adamello;
La caserma Campellio al lago d’Arno (in collaborazione con Mauro Bazzana).
Il libro verrà presentato e commentato da René Capovin, direttore del Musil (Museo dell’Industria e del Lavoro), di cui fa parte anche il Museo dell’Industria idroelettrica di Cedegolo.