Eco. Paesaggi in risonanza

Diario di bordo

È arrivata la primavera e con lei la riapertura della Casa del Parco. Dopo il lavoro silente di questi mesi, siamo felici di condividere i i pensieri che ci hanno portato alla costruzione collettiva del programma culturale di questa stagione appena inaugurata.

Espressione degli obiettivi della Casa del Parco, il palinsesto culturale 2024 è stato disegnato per dare voce a desideri, ambizioni e pratiche e farle confluire in traiettorie collettive. Il palinsesto esplorerà la cultura della montagna e troverà corpo e cuore intorno al tema della risonanza, un processo intimo e travolgente di presa di coscienza della reciprocità che connette l’uomo con il mondo umano e naturale.

"Pensare come una montagna significa decentrare il nostro sguardo per considerare l’insieme delle relazioni che mantengono l’equilibrio ecologico di un territorio".

Prendendo spunto dal libro “Resonance. A Sociology of Our Relationship to the World” del sociologo tedesco Hartmut Rosa, intendiamo la montagna come luogo privilegiato per decentrare lo sguardo e ripensare il nostro stare al mondo. La relazione risonante amplifica la nostra esperienza della montagna portandoci oltre una logica puramente contemplativa e appropriativa e mettendoci in una condizione di ascolto, reciprocità e apertura che permette di valorizzare la presenza e la connessione con il contesto circostante. 

In questo senso la montagna si configura come terreno di sperimentazione privilegiato che può generare un nuovo modo di pensare la nostra relazione con il mondo: pensare come una montagna significa decentrare il nostro sguardo per considerare l’insieme delle relazioni che mantengono l’equilibrio ecologico di un territorio e sentirsi parte di esso.

Con la montagna tutt’intorno, il palinsesto vuole quindi rintracciare quei mondi possibili che mettono al centro narrazioni e visioni in cui l’umano e il non-umano si intrecciano incontrando le geografie di sempre; e vuole fare questo valorizzando l’incontro tra persone, esaltando le capacità di apprendimento del corpo, confidando nelle potenzialità relazionali dell’ascolto e nelle funzioni conoscitive dei sensi. Privilegiando quell’arte di raccontare storie in cui gli esseri umani non siano al centro, vuole coinvolgere i partecipanti, interrogandoli e rendendoli partecipi delle storie non umane che nascono dalla loro azione. 

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