Generatori di Cambiamento

Diario di bordo

Stanotte non riuscivo a dormire e per addormentarmi, invece di contare le pecore ho provato a fare un esercizio altrettanto frizzante. Ho provato a ricordare a memoria tutte le definizioni più o meno formali e più o meno accademiche di sostenibilità, tutte quelle che potessi ricordare. Poi ho provato a modificare la definizione sostituendo alla parola sostenibilità una qualsiasi parola afferente al campo semantico della cura: amore, passione, aspirazione, e in particolare “desiderio”. Ne è uscito questo.

  •  Il desiderio è la capacità di soddisfare i bisogni della presente generazione senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri (Rapporto Brundtland, 1987)
  • La cura è la responsabilità del nostro impatto sulla società (Comunicazione UE n. 681 del 2011)
  • Il desiderio impone di soddisfare i bisogni fondamentali di tutti e di estendere a tutti la possibilità di attuare le proprie aspirazioni ad una vita migliore (Rapporto Brundtland, 1987)
  • Data la complessità delle relazioni e delle interferenze tra natura e attività umane, il principio della cura deve consentire di individuare un equilibrato rapporto, nell’ambito delle risorse ereditate, tra quelle da risparmiare e quelle da trasmettere, affinché nell’ambito delle dinamiche della produzione e del consumo si inserisca altresì il principio di solidarietà per salvaguardare e per migliorare la qualità dell’ambiente anche futuro. ( D.Lgs.  3 aprile 2006, n. 152, in materia ambientale con le modifiche apportate dal D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4).

 

Prima di riaddormentarmi ne traggo due conclusioni: la prima è che la parola sostenibilità ha ormai un campo semantico sterminato, simile alla parola “amore”, a quelle parole di senso universale che ciascuno riempie attraverso la propria biografia e attraverso la biografia della propria comunità.

La seconda è che forse è arrivato il momento di trovare una nuova spinta a questa parola, una nuova potenza. Sostenibilità non è la capacità di sostenere questo modello economico (da sustain, il pedale del pianoforte che allunga il suono della stessa nota), ma è la capacità di metterlo in discussione aggregando nuove risorse e pratiche attorno alla forza del desiderio. Non ci serve un sustain, ma una distorsione (per stare nella metafora musicale da rock band), un nuovo suono che sappia distorcere le frequenze cui siamo abituati e che ci fornisca una diversa abitudine all’ascolto, alla vista, al pensiero.

Il desiderio – il sogno e l’aspirazione – è la fonte dell’azione.
È messo alla prova dalla possibilità ed è ciò che lega l’azione collettiva. Comunità e desiderio non vanno per natura di pari passo. Se il bisogno aggredisce nel vuoto, nell’assenza (di qualche cosa di primariamente necessario), il desiderio agisce sul pieno, sul potenziale, su quello che già c’è.

Il desiderio è una colla. Si tratta di identificare la scintilla che renda una comunità possibile, capace di futuro.

“Riconoscersi, desiderare, agire: come rendere possibili comunità di desiderio?” E’ la domanda che guiderà il campus Generatori di Cambiamento, alla Casa del Parco di Cevo (BS) dal 26 al 29 ottobre 2023. Un campus di co-progettazione e discussione collettiva promosso da Avanzi per riflettere e apprendere nuovi modi di lavorare a partire dal desiderio, inteso come elemento generativo di comunità e territori.

Quattro giorni composti da talk, laboratori (anche artistico performativi), passeggiate, osservazioni astronomiche, attività corporee e meditative, musica, momenti di dialogo e di socialità.

Il programma è quasi definitivo e gli ospiti saranno annunciati nei prossimi giorni.
Intanto qui sotto il link per iscriversi, con tutte le informazioni di dettaglio.

Sostenibilità non è la capacità di sostenere questo modello economico (...) ma è la capacità di metterlo in discussione aggregando nuove risorse e pratiche attorno alla forza del desiderio.

Articolo di Giovanni Pizzochero

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